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Fagnola
La storia
Di cosa è fatta una storia commerciale lunga un secolo? Di quel padre emozionato entrato negli anni venti nel negozio di corso Francia per regalare al primogenito l’orologio della “prima comunione”? Del disinvolto imprenditore degli anni sessanta che varcava le vetrine di Via Garibaldi per celebrare il boom con l’acquisto di un carismatico ultrapiatto d’oro?
Del collezionista raffinato che esce soddisfatto dall’atelier di Via Gramsci con il ticchettìo ronzante di un “grande complication” in platino che sembra battere all’unisono con il suo cuore passionale? Di questo e di infinite altre storie, delle idee, dei desideri e delle emozioni di tutti coloro che sanno che il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere!
ELOGIO ALL'OROLOGIO
A sancire quanto, per dirla con Sofocle, “Il Tempo sia un dio benigno” per Fagnola, accanto alla promozione della conoscenza dell’Orologio attraverso saggi, monografie e collaborazioni giornalistiche, ecco la nascita della Mostra-Mercato “Elogio all’Orologio” ideata nel 1986. Tenutasi per un decennio, a Torino Esposizioni, è stata in assoluto la prima rassegna, che ha visto la partecipazione di centinaia di venditori e grandi maisons, dedicata esclusivamente al pubblico: uno scenario caleidoscopico di marche e modelli, da quelli d’epoca ai modelli più nuovi e ai prototipi, dai pezzi fashion a quelli di nicchia per i collezionisti.
Oltre 150.000 visitatori hanno partecipato alle edizioni di “Elogio all’Orologio”, arricchite da prestigiose Vendite d’Asta a scopo benefi co, con la partecipazione di personalità e grandi personaggi del mondo artistico, imprenditoriale e culturale. Di quest’eperienza per certi versi unica restano i bellissimi cataloghi, oggetto oggi di un vero collezionismo da parte dei cultori del Tempo.

Alfredo Fagnola
Dopo studi classici e universitari Alfredo Fagnola, tanto per restare con le frequentazioni di minuti e secondi, si dedica al mondo dei rallies per alcune brillanti stagioni, che lo vedono ottenere prestazioni di rilievo in numerose competizioni di livello internazionale. Poi, alla fine degli anni settanta, inizia la sua carriera nell’azienda di famiglia, dimostrando da subito la sua particolare predilezione per alcune fasce dell’alta orologeria e per quella legata al mercato in imminente crescita dei modelli “d’epoca” da polso e, più in generale, a quella che è una vera e propria cultura trasversale del Tempo, delle sue interazioni con l’arte, lo sport, l’economia, la letteratura, il collezionismo nelle sue declinazioni più raffi nate e innovative.
In questo contesto anche il negozio di Via Garibaldi diventa lo spazio scenico della verve imprenditoriale di Alfredo, un ambiente che il fratello, architetto Ferdinando, ridisegna con un’originalità progettuale che vede l’armonizzarsi di reperti romani rinvenuti nel sottosuolo con la scelta di materiali e oggetti del design d’avanguardia degli anni ottanta, un luogo accogliente e al tempo stesso elegantemente rarefatto, dove pietre e architravi d’epoca convivono in spazi espositivi dove quadranti d’orologi di Alta Gamma e gioielli esclusivi trovano il posizionamento ottimale.
È il periodo nel quale Alfredo è tra i primi a comprendere il fascino e il valore dell’orologio “vintage”, proponendo le sue scelte selezionate dei modelli più emblematici e delle maison più blasonate, pezzi capaci di essere non solo un investimento per l’acquirente, ma un oggetto sul quale si sono stratificate storie, emozioni, cambiamenti della società e del costume. In analogo contesto non manca anche l’attenzione al nuovo fenomeno Swatch, forse uno dei fatti più importanti della cultura di massa non solo nell’orologeria di fine Novecento.
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